Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

30 anni di Apple II

Trenta anni fa l’Apple II veniva presentato al mondo.

E il mondo non è stato più lo stesso. O perlomeno non lo è stata quella vasta fetta di mondo toccata dall’informatica “personale”, che si è intrufolata sempre di più nelle case e nelle vite delle persone comuni, grazie alla seconda creatura del duo Wozniak/Jobs.

Jobs e Wozniak nel 1977Era il 16 aprile 1977 quando alla prima “West Coast Computer Faire”, manifestazione californiana della nascente industria basata sul silicio, un insolitamente elegante Steven P. Jobs introduceva i visitatori alla nuova meraviglia dell’azienda: l’Apple II.

Nello stand di Apple, vicino a un proiettore gigantesco e sotto il nuovo logo con la mela multicolore ideato da Rob Janoff, l’impettito Jobs metteva a frutto le sue capacità e decantava le molteplici meraviglie del nuovo computer mentre il mentore Mike Markkula stringeva accordi commerciali.

Apple IIL’Apple II rappresentava sotto vari punti di vista un salto notevole rispetto al primo pionieristico Apple I. Il nuovo hardware ideato da Wozniak e realizzato con i suoi collaboratori (tra cui Randy Wiggington) offriva al grande pubblico un elaboratore con grafica a colori ad un prezzo sino ad allora impensabile.

Ma oltre all’aspetto tecnologico c’era anche quello commerciale e demografico.
L’elettronica di Apple non era più venduta così com’era, nuda e cruda e affidata al lavoro addizionale di entusiastici e competenti hobbysti ma proposta in una forma subito utilizzabile dalla massa: l’Apple II aveva un alimentatore ed una tastiera incorporata ed era racchiuso in un elegante case dall’aspetto professionale.
Il case, voluto fortemente da Jobs, valorizzava il geniale lavoro di Wozniak e fu parte del successo del’Apple II che conquistò rivenditori e stampa prima e (tanti) utenti poi per più di un un decennio.

Immagini tratte da techrepublic.com e dalla gallery storica di Tom Munnecke

15 Comments
  1. giorgio morocutti

    Visto la mia eta’ posso dire : IO C’ERO!
    Purtroppo pero’ a quei tempi era gia’ un lusso comprare le riviste che parlavano di computer: (io ero affezionato a CQ), neanche parlarne quindi di metterci le mani.
    Per il mio primo ZX80 ho dovuto aspettare il 1982 !!!
    Diciamo che nel 1976 qui da noi era ancora di moda l’elettronica cablata e nella mia azienda c’erano le schede perforate ;-) .
    Il boom sarebbe arrivato molto piu’ tardi.

    Ciao Nicola
    Giorgio

  2. Come dimenticare il mio primo amore? è stato un periodo bellissimo! e le emozioni che mi ha dato giocare ad “Avventura nel castello” di Colombini / Tovena sono irripetibili!.

    Ciao Nicola! complimenti per il tuo Sito! lo visito tutti i giorni!

    Alessandro

  3. Grazie dei complimenti, Alessandro. io tengo d’occhio il tuo Zeronave.
    Grazie anche a Giorgio che con altri mi sta facendo notare questo aspetto di “inarrivabilità” in Italia dell’Apple II, su cui sto preparando due righe…

    nda

  4. Ah, bei tempi !!!
    Misi le mani sul primo Apple II al liceo, e con la prof di fisica creammo un programmino per calcolare l’orbita dello Shuttle, che veniva lanciato in quei giorni… Fu amore a prima vista.
    Poi nacque l’Italian Bit Club nella mia città, di cui divenni segretario e “inventore” (quante tavolette grafiche per Apple II che ho dovuto fare… e quante espansioni per IIe…!)
    Il mio primo “Apple” fu il IIe, conquistato a fatica (pecuniaria) quando bastava essere giornalisti per avere gli sconti Apple (e per l’occasione eravamo tutti giornalisti al Bit Club :) ).
    I primi programmi (e 48K a disposizione, o quasi,quanti sembravano!) in BASIC e assembler (W la pagina $300!).
    Poi il IIc, il IIgs, e quindi il declino e il passaggio a Mac (quanto lo odiavo nel primo periodo… ma poi la resa fu incondizionata).
    …sniff quasi mi commuovo…

  5. Maurizio Beria

    Dopo un primo approccio con un home computer all’inizio degli anni ’80 (Texas Instruments TI99) il mio primo personal computer e’ stato un Apple IIe (al quale qualche anno dopo ho affiancato un IIc). Le unità di memorizzazione dei dati e dei programmi erano due disk drives esterni per floppy da 5,25 pollici, capacità 160KB. La RAM era di 64KB, che portai a ben 1024KB utilizzando una scheda della Applied Engineering (la piastra madre di un PC IBM di quei tempi supportava al massimo 512KB di RAM, l’Olivetti M24 uscito dopo il PC IBM arrivava a 640KB). Era giunto il momento di comprare un monitor 12 pollici a fosfori verdi (inizialmente come video usavo il televisore).

    Per chi vuole seguire tutta la storia, il link e’
    http://www.maurizioberia.net/Maurizio/Museo/museo.htm

  6. Riccardo

    Non ricordo esattamente le date, non sono così antico, ma ebbene mi innamoro del computer con uno ZX80 del fratello di un amico a circa dieci anni. Da lì a poco acquisto lo ZXSpectrum che tengo per molto tempo. Dopo pochi anni di uso dello ZX, affezionato a riviste di scambio software, come MC, trovo un APPLE II EUROPLUS usato nella mia città.
    L’amore è grande e dura ancora, tanto che ho trovato recentemente usati un IIe ed un IIGS. Quest’ultimo non l’ho mai comprato, anzi, posso dire di averlo snobbato al tempo. Mi innamorai a prima vista del Macintosh 128K che veniva presentato quasi contestualmente al IIgs. Troppo costosi da prendere fin dall’inizio. Approfittai di uno sconto studenti Apple ed acquistai il mitico PLUS con tanto di floppy drive esterno ed ImageWriter II. Una vera stampante indistruttibile, che mi funzionò anche da scanner con il Mac II.
    Che dire. Quando si stava peggio era meglio.
    Le schede di queste macchine, credo che si rompano solo con il martello. E’ da circa il 1996 che l’hardware non è così resistente, ma pare sia l’unico modo per fare evolvere la tecnica. Chissà se i ragazzi di oggi tra circa 30 anni diranno altrettanto dei vari G5, MacMini, Imac, MacBook, PB.

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