Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Airport atterra in Italia

“È finalmente arrivato anche in Italia il rivoluzionario Airport di Apple” recitava un comunicato stampa della filiale italiana di Apple del 13 novembre 2000.
Logo AirportIn questa data veniva finalmente recuperato un ritardo di numerosi mesi, ben sedici, rispetto agli Stati Uniti e godere infine appieno anche nella nostra penisola delle soluzioni per la portabilità dell’azienda di Cupertino.

Il primo Macintosh con tecnologia wireless è l’iBook originale, che risale al luglio 1999 quando vennero presentati anche la relativa scheda di espansione e la prima Base Station per condividere la connessione via onde radio.
Nei mesi successivi la tecnologia Airport, basata sullo standard 802.11b, è comparsa man mano su tutti i computer di Apple: a settembre sui PowerMac G4 con grafica AGP, in ottobre sugli iMac slot loading, nel febbraio 2000 sul PowerBook G3 Pismo e nel luglio 2000 era possibile montarla anche sul compatto PowerMac G4 Cube.

PowerBook G3 Pismo e Airport Base Station

L’Italia intanto restava a guardare, come ci dimostra anche il caso del lancio del Pismo. Da un confronto tra il sito web statunitense e quello localizzato per il nostro paese si nota che alla connettività Airport sul dominio .com era dedicata una pagina apposita. Questa pagina però che non compariva sul sito con estensione .it, rimossa come tutte le altre menzioni di Airport dalla presentazione del primo portatile professionale di Apple predisposto per il wireless.

Airport atterra in ItaliaIl problema consisteva nelle regolamentazioni italiane con cui per anni hanno dovuto fare i conti produttori di telefoni, fax, modem, soluzioni per la telematica e tutti gli apparati radiofonici. In Italia tutti questi dispositivi prima di venire commercializzati dovevano ottenere la “omologazione” dal Ministero delle Telecomunicazioni.

Apple non faceva eccezione, ovviamente, e in calce al comunicato di novembre ammetteva di aver dovuto richiedere ed aspettare il nulla osta del Ministero, con una frase che informava che “per utilizzare AirPort, come ogni altro sistema wireless, è necessario disporre di una concessione governativa”.
Ottenuta questa concessione i Macintosh poterono liberarsi dei cavi di rete anche in Italia e Apple fece “atterrare” i prodotti Airport.

Le immagini del logo Airport, del PowerBook G3 con Base Airport e dell’annuncio dell’atterragio di Airport in Italia sono “Courtesy of Apple”.

2 Comments
  1. Igino

    Ci sarebbe da aggiungere che adesso il marchio “Airport” è stato abbandonato: sul menu di Lion è chiamato semplicemente Wi-Fi

  2. Sì, anche se il termine viene ancora impiegato nei prodotti in commercio (tranne che in Giappone).

    nda

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