Dieci anni fa: la Public Beta di Mac OS X
Nel settembre del 2000 Apple mise in commercio la prima versione del suo sistema operativo di nuova generazione basato su NeXTSTEP.
Dopo le anteprime riservate agli sviluppatori la Public Beta di Mac OS X serviva a presentare ad un pubblico il più ampio possibile “le caratteristiche tecnologiche all’avanguardia relative a Internet e alla grafica, una nuova interfaccia utente denominata ‘Aqua’ e un core basato sulla tecnologia UNIX a sorgente aperto: Darwin“.
Nel comunicato stampa Steve Jobs, che all’inizio dell’anno era divenuto amministratore delegato dell’azienda, affermava che “Mac OS X è il sistema operativo tecnologicamente più avanzato mai visto e rappresenta il futuro del computer Macintosh” e che Apple contava sui consigli e opinioni degli utenti, che non tardarono ad arrivare.
Quando nel gennaio 2001, al Macworld, Jobs presentò la versione definitiva di Mac OS X 10.0 e mostrò che erano stati modificati e rettificati diversi aspetti dell’interfaccia e del funzionamento di questa prima versione dell’erede del Mac OS.
La Public Beta di Mac OS X era supportata su qualsiasi computer Macintosh con processore PowerPC G4 o G3 (ma in seguito il PowerBook G3 “Kanga” venne escluso) e dotato di un minimo di 128 MB di memoria RAM.
La Beta era effettivamente tale e aveva numerose limitazioni, a partire dalla localizzazione che era solo in inglese, francese e tedesco. Il sistema aveva problemi con la stampa, non consentiva la visione dei DVD o la masterizzazione e la connettività era ridotta: l’ambiente Classic non poteva accedere alla rete e l’unico browser nativo disponibile era una beta di Internet Explorer (seguita a breve dal porting da NeXT di OmniWeb e da una versione preliminare di Mozilla). Era inoltre assente iTunes e in sua vece Apple fornì un ben più semplice “Music Player”.
L’immagine della confezione di Mac OS X Public Beta è “Courtesy of Apple” ed è tratta dal sito Apple.com
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