Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Dieci anni fa: Next in Apple (3) – sorprese e appetiti

(continua dalla seconda parte)

Si mangia!A guardare bene l’accordo Apple-NeXT del 1996 e i suoi notevoli effetti dieci anni più tardi non si può che dare ragione a chi fa notare che l’azienda di Cupertino ottenne ben più di ciò che credeva di star acquisendo.

Steve Jobs, inizialmente rientrato come “consulente” e liason tra NeXT ed Apple progressivamente assunse sempre più un ruolo di comando. Seppure occupato dal crescente successo della Pixar, arrivò ad estromettere prima il CEO Amelio, l’uomo che lo aveva riconodotto in azienda, e poi il consigliere veterano Markkula, il finanziatore originale di Apple reo di aver preferito verso la metà degli anni ’80 Sculley a Jobs quando questi due erano giunti ad un duro scontro.

Gli osservatori più critici fanno notare come Mac OS X, per quanto valido e per tantissimi aspetti anni luce avanti al precedente Mac OS 9, non ne costituisce il proseguimento logico e coerente ma è un rimpiazzo forzato basato sul sistema operativo NeXTSTEP/OPENSTEP alieno rispetto alla cultura Apple originale. E questa fu anche la parabola del team di NeXT che prese le redini dello sviluppo a Cupertino dando ragione a chi afferma che fu NeXT a divorare Apple e quest’ultima “pagò per il privilegio”.

Immagine tratta da geekt.org

7 Comments
  1. iona

    Mi trovo daccordo.

    Ho usato tutte le versioni del sistema operativo dal System 5 a Mac os X Tiger (saltando OS X Beta e Jaguar).

    Os X ha una logica differente dal Mac OS classico è indubbio anche se “vuole” essere più Mac-like possibile, lo possono affermare tutte le persone dotate di 2 occhi non solo gli osservatori più critici.

    Mac OS Classic era più coerente e omogeneo, il Finder, la Scrivania e l’interfaccia utente tutta per l’utente erano concetti che quasi si fondevano l’un l’altro dando l’ impressione che ogni cosa si sarebbe comportata proprio come ci si sarebbe aspettato.

    NextStep (leggi Os X) con le sue peculiarità, la sua programmazione ad oggetti, la sua struttura a moduli (il Finder è ‘solo’ un applicazione come le altre!!! arghhhh!) in cui tutto può essere cambiato e rimpiazzato senza danneggiare il sistema dà meno importanza all’omogeneità ma porta tecnologie chiave per il futuro di Cupertino (tutto il lato Server ad esempio).

    La programmazione procedurale dell’ os classico ne determinò il limite strutturale mentre NextStep/Os X con la sue librerie ad oggetti può evolversi ad infinitum senza essere vincolato a nessun “peccato originale”…

  2. Questo sito è ben fatto davvero… mi piace la storia e le storie dell’Apple e dei suoi prodotti, delle cose belle e di successo e degli insucessi.
    Matteo OS X – Uomo Panda…

  3. Grazie a entrambi per i commenti, i complimenti e per il seguire da vicino queste… Storie di Apple.

    nda

  4. Ottimo sito..sono utente Mac da poco meno di un anno ma ne sono pazzamente innamorato..e rimpiango di non aver conosciuto prima questa fantastica realtà..
    Ancora complimenti!!

    Balduz

  5. …alla fine, con l’operazione “Disney compra Pixar”, Jobs sembra aver replicato alla perfezione quella “Apple compra NeXT”… ;-)

  6. YLem

    Bello,
    Storie di Apple è proprio ben fatto, si legge con piacere
    e si vola di storia in storia, di persona in persona,
    di computer in computer.
    Continuerò a seguirvi…
    Grazie per lo splendido lavoro.

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