Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

I Macintosh made in Italy

Sono in pochi a saperlo e ancora in meno ad averne avuto uno tra le mani ma per un breve periodo il Mac è stato “prodotto” anche in Italia, sotto forma di cloni hardware autorizzati da Apple.

Nella seconda metà degli anni 90 l’azienda californiana aveva concesso in licenza la tecnologia del Macintosh, e tra le aziende autorizzate a produrre cloni del macintosh c’è stata anche la catena nostrana Centro HL.

Pubblicità clone MacOS di CHL

Ufficialmente CHL produsse tre modelli ottenendo una sottolicenza da Umax, storico marchio cinese produttore di periferiche, che aveva stretto accordi diretti con Apple.

Dopo indagini ulteriori è però emerso che più che di una produzione, si trattava di una mera commercializzazione sotto nuovo nome, senza progettare o cambiare nulla dell’hardware.

I cloni di CHL erano in tutto e per tutto cloni Umax rimarchiati di cui venivano usate le componenti, assemblate in un laboratorio a Firenze (e pubblicizzate sulla stampa nazionale e locale). La conferma viene anche dall’aspetto identico delle unità centrali di CHL e Umax.

Mac Zone powered by Umax

I modelli proposti da Centro HL furono i seguenti.

Come entry level c’era il MacOS 180, noto anche come Umax SuperMac S900/180: era un tower basato sulla potente e flessibile architettura PCI Tsunami di Apple, usata nel PowerMac 9500. Il processore era un PowerPC 604e a 180 MHz (da cui la sigla del modello), aveva 16 MB di RAM, un disco fisso da 2.1GB hard drive una scheda grafica Diamond Javelin da 2MB. industry-standard tower case.

Il modello di mezzo era il MacOS 200, identico al SuperMac S900/200: di diverso rispetto al precedente aveva un clock più alto, di 200 MHz, il doppio di RAM (32MB) e la scheda grafica, che era una IMS Twin Turbo da 2MB.

Come offerta di punta c’era infine il MacOS 225, anche questo basato sulla piastra Tsunami e copia dello Umax SuperMac S900/225 che si differenziava per un clock che arrivava a 225MHz e la RAM video della scheda grafica Twin Turbo aumentata a 4MB.

I prezzi erano rispettivamente di 4’469’000, 5’165’000 e 5’620’000 di Lire.

I compatibili Mac di CHL/Umax furono in commercio per un solo anno, dall’ottobre del 1996 all’ottobre 1997. Centro HL e gran parte degli altri produttori di cloni dovettero fermarsi in seguito alla decisione di Apple di non rinnovare le concessioni, usando l’escamotage di rilasciare il Mac OS 8.

Ma anche se Apple avesse continuato con il suo programma di licenze è altamente probabile che CHL avrebbe comunque fatto dietrofront. Secondo persone informate dei fatti l’iniziativa commerciale fu un fiasco su tutta la linea e dei cloni Mac italiani furono vendute solo poche decine di esemplari.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su “Applicando” numero 269 dell’ottobre 2008

5 Comments
  1. tutti rottamati, dici ?

    o custoditi gelosamente ?

  2. Qualcuno sicuramente gettato via. Altri più che custoditi gelosamente me li immagino abbandonati e dimenticati in soffitte, garage e sgabuzzini di studi grafici e di architetti.
    Sono dopotutto dei vecchi, vecchissimi Macintosh con un’utilità pratica ormai nulla o quasi e -non essendo di Apple- considerati anche privi di significative qualità estetiche.

    nda

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