Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Il computer invisibile

L’iMac G5 fu lanciato il 31 agosto 2004 con lo slogan “Dov’è finito il mio computer?”.

Proposto in due versioni con schermo da 17 o 20 pollici, il nuovo iMac era dotato a sorpresa del potente processore a 64 bit G5 sino ad allora esclusiva dei desktop professionali ma rappresentava per molti versi un ritorno alla filosofia minimalista “all-in-one” del primo Internet Macintosh dopo la parentesi ricercata dell’iMac G4 a forma di lampada.

Il design, attribuito come prassi al solo Jonathan Ive, inglobava tutta la circuiteria e gli elementi all’interno dello schermo, dello spessore di meno di cinque centimetri, facendo di fatto scomparire l’unita centrale, il “computer”.

A livello di materiali si confermava l’uso del bianco neutro e delle plastiche opache di policarbonato, scelta che lo accomunava all’iBook, all’eMac (ovviamente ) ma anche all’iPod tant’è che Apple sottolineò nel materiale promozionale dell’epoca che l’iMac G5 era stato ideato “Dai creatori dell’iPod”.

L’iMac G5 sarebbe stato aggiornato nel maggio e poi ancora nell’ottobre 2005 dotandosi tra le altre cose anche di telecamera iSight. Lo stesso design bianco avrebbe poi accolto nel gennaio 2006 i processori Intel del nuovo corso di Apple e alla fine dello stesso anno si sarebbe arricchito di un terzo modello con schermo di 24 pollici.

Nell’agosto del 2007 l’iMac cambiò rotta, mantenendo la forma ma adottando invece del policarbonato, materiali come alluminio e vetro, con un pannello davanti allo schermo, non più opaco.

Una versione economica dell’iMac bianco in materiale plastico con schermo da 17″ continuò però ad essere disponibile per diversi mesi. Proposta esclusivamente alla clientela del settore scolastico, fu rimpiazzata con un equivalente iMac di alluminio solo nell’aprile del 2009.

Tutte le immagini sono “courtesy of Apple”.

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