Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Il maggio di QuickTime

La prima dimostrazione pubblica di Quick Time ebbe luogo nel maggio del 1991 sul palco dell’annuale conferenza per sviluppatori, la WorldWide Developers Conference (WWDC).

Logo originale di QuickTimeIl compito di introdurre l’architettura audiovideo, il cui nome molto probabilmente è un richiamo alle routine grafiche QuickDraw, toccò a Bruce Leak, sviluppatore in capo del progetto. Leak mostrò ai presenti al WWDC lo spot pubblicitario Apple “1984” girato da Ridley Scott in riproduzione su un Macintosh, possibilità rivoluzionaria per l’epoca e in anticipo sui prodotti della concorrenza: per l’antagonista “Video for Windows” di Microsoft bisognerà infatti aspettare la fine del 1992.

Il rilascio ufficiale di Quick Time 1.0 ebbe però luogo più avanti, nell’autunno 1991, quando fu disponibile come componente aggiuntivo sia del System 6 che del nuovo System 7. La prima versione includeva tre codec (sistemi di compressione e decompressione): uno strettamente per la grafica, ottimizzato per immagini a 8-bit) e due per il video, di cui uno per le animazioni e uno per le riprese dal vivo, noto ufficialmente come “Apple Video codec” noto internamente con il soprannome di “Road Pizza”.

Logo recente di QuickTimeUn fatto poco noto è che la versione per Windows di QuickTime non fu realizzata direttamente da Apple ma commissionata ad una ditta esterna, la Canyon Company di San Francisco. Questa versione era limitata e forniva sostanzialmente solo un riproduttore video.

Un corrispettivo completo delle API (Application Programmer’s Interface) di QuickTime per il sistema operativo di Microsoft fu poi portato a termine da Apple stessa e diffuso agli utenti di Windows 3.11 tra il novembre e il dicembre 1994. Questo rilascio fu inoltre seguito da un porting più ampio delle librerie Toolbox del Macintosh per processori Intel e altre piattaforme come MIPS e Silicon Graphics: fu un’operazione che si rivelò molto utile dato che rappresentò la base, qualche anno dopo, delle librerie Carbon che garantirono un passaggio il più possibile indolore del parco software tra il Mac OS e Mac OS X.

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