Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Il PPC 603e: dai Mac allo spazio

5200La seconda generazione di processori PowerPC esordì nell’aprile del 1995 con l’arrivo del Power Macintosh 5200 LC. Il computer era dotato di un nuovissimo chip PPC 603 a una frequenza di 75 MHz, una cache di primo livello di 8 KB e un bus da 37,5 MHz.

Il 5200 – insieme al più potente 6200, del maggio 1995 – rimase però uno dei pochi modelli di Macintosh a utilizzare il PowerPC 603 nella sua versione originale. Si scopri infatti che la cache ridotta di cui era dotato il processore non andava per nulla d’accordo con il sistema operativo. All’epoca il Mac OS era in buona parte composto da codice per i processori 68000 e veniva quindi emulato sui PowerPC: con poca cache le performance erano pessime tant’è che i primi Mac con il 603 si guadagnarono una cattiva fama.

Il problema venne risolto creando una variante del processore, il PPC 603e, con una cache aumentata a 16 KB (la stessa dimensione presente sui PPC 601) e la possibilità di spingersi a 200 MHz e in seguito sino a 300 MHz dal massimo originario di 120 MHz. Queste caratteristiche permisero uno sfruttamente molto più esteso del processore e l’impiego sui portatili, che per la prima volta vennero dotati di PowerPC.

Così al Macworld Expo di Boston, nell’agosto 1995, Apple presentò tra i vari prodotti anche il PowerBook 5300 e il PowerBook Duo 2300, due computer agli antipodi come concezione e target ma accomunati da un hardware sostanzialmente identico.
Uno era l’ambizioso ma sfortunato successore della serie 500 e l’altro un ultimo colpo di cosa della minimale linea Duo. Entrambi, però, avevano la stessa scheda madre con sopra lo stesso processore, un PowerPC 603e a 100 MHz.

Il 603e e la sua variante (miniaturizzata), il 603ev, furono impiegati sui PowerBook e sui Mac non professionali per più di due anni e vennero soppiantati nel novembre 1997. Apple dismise anche i più potenti PPC 604 a favore della famiglia G3, e nello specifico dei PPC 740 e 750, entrambi derivati dalla tecnologia del PPC 603.

Apple però non è stata l’unica azienda a usare il 603 che si è fatto largo in altri computer e viene tuttora utilizzato e commercializzato, quindici anni più tardi.

Il 603e venne impiegato sia dall’alleata IBM che dalla concorrente Be Inc.. IBM ci basò una serie di modelli della linea di portatili professionali, il Thinkpad su cui si potevano utilizzare versioni per PowerPC di OS/2, Windows NT, AIX e altri sistemi operativi (tra cui Linux).
E anche se il 603e non era stato pensato per come multiprocessore simmetrico, la Be lo adottò comunque per la sua avanzata ma sfortunata BeBox. Tra il 1995 e il 1997 la BeBox venne proposta con configurazioni biprocessore da 66 a 133MHz e vennero realizzati anche prototipi quadriprocessore.

La vita del 603e non si è però limitata all’informatica personale. L’uso più celebre è in una settantina di satelliti che orbitano attorno alla terra.
Si tratta della constellazione di satelliti Iridium, uno degli standard per la telefonia e comunicazione cellulare mondiale. I satelliti sono stati mandati in orbita tra il 1997 e il 1998 e all’interno di ognuno ci sono sette processori PowerPC 603e a 200MHz prodotti da Motorola.

E nonostante l’arrivo di processori più potenti il 603e e le sue evoluzioni sono tuttora in auge in ambito aerospaziale e industriale, in particolare nelle telecomunicazioni.
Il 603e si può infatti acquistare sia da IBM che da Freescale (filiazione di Motorola), esiste una variante resistente alle radiazioni e il suo cuore è anche alla base del PowerQUICC II, impiegato come microcontroller.

Nota: La foto del PPC603, tratta da Wikipedia, è di Konstantin Lanzet ed è rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribution ShareAlike 3.0. L’immagine del PowerMac/Performa 5200 LC è “courtesy of Apple”.

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