Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

La Laser Writer: l’alba del DeskTop Publishing

Nel marzo 1985 Apple mise in commercio la Laser Writer, la sua prima stampante laser.

La periferica ebbe un ruolo importante aiutando a risollevare le sorti del Macintosh dopo i primi, incerti mesi. Nonostante il lancio in pompa magna e i grossi investimenti -anche pubblicitari-, le vendite non decollavano e il “computer for the rest of us” pareva destinato a ripetere la stessa fine del Lisa.

Laser WriterLa stampante, che costava 6’995 dollari, era stata originariamente pensata come parte del “Mac Office”, una ambiziosa soluzione rivolta alle piccole imprese. Grazie a un nuovo protocollo seriale di networking, chiamato LocalTalk, si sarebbe potuto connettere più Macintosh a una stampante laser e ad un disco fisso esterno, un file server, che però Apple non rese mai disponibile.

Anche se il “Mac Office” come tale non divenne mai realtà, il protocollo LocalTalk venne usato proficuamente per almeno quindici anni come standard per la condivisione delle risorse nel mondo Mac e -soprattutto- nell’immediato aiutò a ammortizzare il costo di una Laser Writer ed a far entrare in molti studi ed uffici la sua eccellente qualità di output. La stampante era infatti capace di produrre otto pagine al minuto in bianco e nero ad una risoluzione di 300 dpi ed era dotata di una potenza di elaborazione che superava quella del Mac stesso, composta da processore Motorola 68000 a 12 MHz, 512KB di ROM, 512KB di RAM e framebuffer di 1 MB.

In realtà la Laser Writer non era un prodotto unico né tantomeno originale e come altre laser del periodo era basata sul “motore” della Canon LBP-CX. Aveva però una caratteristica che la distingueva: la comunicazione tra il Macintosh e la stampante era gestita tramite un linguaggio grafico chiamato PostScript che Steve Jobs aveva ottenuto in licenza dalla Adobe e che divenne punto di riferimento nel campo della grafica digitale. Lo stesso Jobs, qualche anno dopo, vi ci basò tutto il sistema di rendering video del NeXT e alla fine degli anni ’90 un sottoinsieme, noto come PDF, fu adottato per Mac OS X.

Il segreto del PostScript era che permetteva di descrivere con estrema precisione e fedeltà quanto mostrato sullo schermo bitmap del Mac e dava alla LaserWriter un tangibile vantaggio sulle altre laser, permettendo di stampare layout complessi pieni di immagini bitmap ad alta risoluzione, caratteri e illustrazioni vettoriali.

La combinazione di Macintosh, Laser Writer e PostScript nel giro di pochi mesi si arricchì di un ulteriore ed importante elemento. Nel luglio del 1985 la Aldus Corporation rilasciò infatti la prima versione del suo software di impaginazione PageMaker ed Apple propose il Mac come strumento di riferimento per il nascente settore del DeskTop Publishing. L’effetto complessivo fu di dare una forte spinta alle vendite della piattaforma Macintosh e rendere appetibile anche al di fuori delle realtà aziendali una spesa non indifferente che con la Laser Writer ammontava negli Stati Uniti a novemila dollari e in Italia sui venti milioni di lire.

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