Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Larry Tesler, lo Xerox PARC ed Apple

Il 9 novembre 2011 un gruppo composto da ingegneri e altre persone che hanno lavorato con Steve Jobs ha parlato del cofondatore di Apple e Pixar dinanzi ad una platea radunata dal
Churchill Club, organizzazione senza scopo di lucro della Silicon Valley.

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Tra le persone sul palco c’era lo sviluppatore Larry Tesler, che dopo aver lavorato presso il celebre centro di ricerca PARC della Xerox, dove (tra le altre cose) ha inventato la tecnica del copia e incolla oggi usata su ogni computer, è stato per 17 anni in Apple, in qualità di vicepresidente del dipartimento per le tecnologie avanzate e poi “Scienziato in capo” dell’azienda.

Mi sono preso la libertà di trascrivere (e redigere un po’) l’intervento di sei minuti, disponibile in un video (a partire da 30:45, ma esiste anche un estratto), in cui Tesler racconta i rapporti tra Apple e il PARC, di cui è stato testimone diretto.

“Alla scadenza dei brevetti, le aziende asiatiche iniziarono a fare molta concorrenza a Xerox nel settore delle fotocopiatrici. L’azienda si rese conto che i suoi costi di produzione erano molto alti e questo rendeva problematico tenere testa ai concorrenti.
Ma avevano anche il centro di ricerca PARC, dove si sviluppavano tecnologie molto interessanti, tra cui Ethernet, le interfacce grafiche basate su finestre e versioni migliorate del mouse.

xeroxparc

In Xerox temevano di non riuscire a produrre [computer] in maniera abbastanza economica, una volta entrati in questo mercato. Di conseguenza indagarono e videro che Apple sfornava Apple ][ a pochissimo e ne vendeva davvero tanti, quindi pensarono “Forse dovremmo allearci con un’azienda come Apple perché produca i nostri computer”. O qualcosa del genere.
In base a quest’idea Xerox inviò degli addetti di “sviluppo d’impresa” dalla sede [centrale] sulla costa est al PARC [che era in California]. Si presentarono ad Apple e strinsero un patto per cui Apple avrebbe venduto loro delle azioni in cambio di vari accordi commerciali e distributivi e di trattative future sulla produzione.
L’attrattiva [per Xerox] era forte perché era chiaro che la [imminente] quotazione in borsa di Apple sarebbe stata un successo […]. In cambio, però, Steve Jobs pretese informazioni… che rivelassero tutto ciò che bolliva in pentola allo Xerox PARC [risate] [voce dal pubblico “Un affarone!”]. Nessuno interpellò il PARC e l’accordo fu firmato.

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Di conseguenza ci fu una serie di visite [di Apple al PARC]. Io partecipai a un paio. In una di queste vennero dei dirigenti [Apple] per incontrare alcuni di noi e ottenere informazioni, o perlomeno accordarsi per ottenerle. Fu una riunione abbastanza tesa e ricordo che a un certo punto Steve Jobs camminava avanti e indietro per la sala riunioni, sforzandosi di non prendere le redini dato che all’epoca non era l’Amministratore Delegato, ruolo [che era] ricoperto da Mike Scott. A un certo punto [Jobs] esclamò «Basta! Basta! Basta! Basta! Basta con questi discorsi! Dobbiamo dirgli del Lisa!» e tutti quelli di Apple si fermarono, raggelati… «Avanti! Dobbiamo dirgli del Lisa. Altrimenti questa discussione è a un punto morto!»
Questo ci risollevò, perché dovevamo essere noi a svelare cose a loro, e non il contrario. Alla fine quelli di Apple si arresero: «Va bene! Diciamogli del Lisa!» e qualcuno ci parlò un po’ del Lisa, che all’epoca non aveva un’interfaccia utente grafica ma era abbastanza potente da fare le cose che [loro] pensavano noi stessimo facendo.

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Mi ricordo che ci fu un’altra riunione in cui quelli di Apple avevano assistito a una demo ma non erano soddisfatti. Sapevano che c’era molto più di quanto avevano visto. Molti del PARC non volevano mostrare tutto. In effetti nessuno se la sentiva di mostrare proprio tutto ad Apple, ma io ero uno di quelli che voleva mostrare di più. E c’erano altri che volevano tenere segreto quanto più possibile.
Fu quindi concordata una nuova sessione di demo a cui parteciparono più persone di Apple: vennero Bill Atkinson, John Couch, Mike Scott, ovviamente Steve, Jef Raskin e un altro paio di persone.

La stanza era piena. C’erano due o tre di noi del PARC: uno seduto al computer a condurre la demo e gli altri ad aspettare il loro turno o ad osservare. Durante questa demo Steve si agitò di nuovo. Camminava su e giù per la stanza e ogni tanto guardava lo schermo. Osservava, reagiva e assimilava, cercando di elaborare il tutto. A un certo punto esclamò «Non ci state ancora mostrando tutto!». Allora ci fu una pausa, vennero fatte delle telefonate e infine noi rispondemmo «Va bene, vi faremo vedere dell’altro.» [risate] Feci la mia presentazione, poi Dan Ingalls ne fece una su Smalltalk e i tipi di Apple iniziarono a farci un sacco di domande. C’erano Bill e Bruce Daniels, che veniva dall’MIT… erano tutti tecnici a farci le domande e noi rispondevamo: francamente, la cosa mi stupì.

Key members of the Lisa team

Un paio d’anni prima avevo indagato su Apple perché qualcuno aveva cercato di convincermi a lavorare lì, e mi erano parsi degli smanettoni da Homebrew Computer Club. In quel momento invece mi trovavo in presenza di un bel po’ di ingegneri, e ponevano ottime domande! Dalla riunione mi feci quindi un’idea completamente diversa di Apple. Intanto Jobs insisteva «Ma che fate? Siete seduti su una miniera d’oro! Perché non state facendo qualcosa con queste tecnologie? Potreste cambiare il mondo!» E i suoi compari, che stavano cercando di negoziare, si sforzavano di zittirlo [risate]. «Non agitarti così tanto!». Ma a Jobs era chiaro che noi [di Xerox] non avremmo mai concluso nulla, ovvero che non avremmo mai fatto le cose rivoluzionarie che lui si immaginava.
L’ironia è che quando quelli di Apple andarono via, avevamo comunque mostrato loro grossomodo l’1% di quanto si faceva al PARC. Fu però abbastanza perché si galvanizzassero e decidessero di modificare lo sviluppo del Lisa e diventasse simile a quanto visto, in termini di interfaccia utente. Si innamorarono del mouse e questo cambiò tutto. Sette anni più tardi lavoravo per Apple.”

Nota: le immagini di Larry Tesler e degli altri partecipanti sono tratte da video su YouTube, il primo piano del Lisa è un ritaglio di una foto di Tänka är jättehäftigt su Flickr, mentre la foto di gruppo degli sviluppatori del Lisa viene dal (consigliatissimo) libro di Andy Hertzfeld’s, “Revolution In The Valley”.

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