Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Le mele di Apple

Gran parte dei prodotti di Apple, oltre al nome ufficiale, ne ha uno in codice, provvisorio o atto a celarne la vera natura durante lo sviluppo. Alcuni dei nomi in codice sono semplici sigle di numeri e lettere, ma molti altri sono presi in prestito da località, animali, oggetti, personaggi e altro caro ai progettisti o ai dirigenti.
In questa tradizione rientra anche una serie di nomi tratti da varietà o meglio da cultivar di mele.

Il primo e più famoso esempio è sicuramente quello del Macintosh.
Il nome fu originariamente scelto da Jef Raskin nel 1979 per il suo progetto di un computer economico e facile da utilizzare. La McIntosh era il cultivar preferito di Raskin, che ne cambio la grafia – invano – non tanto per camuffare il riferimento al frutto ma per evitare beghe legali con un omonimo produttore di apparecchiature HiFi.

Il secondo prodotto Apple con un nome in codice preso dalle mele risale all’inizio degli anni ’80. Si tratta del disco rigido esterno ProFile, utilizzabile con l’Apple III e il Lisa, e lanciato sul mercato nel 1981. Durante lo sviluppo il ProFile venne soprannominato Pippin, nome che ricorre in diverse varietà di mela e che venne affibiato anche ad altro hardware ideato a Infinite Loop l’Apple IIc.
Sempre nello stesso periodo altri due nomi di varietà di mele vennero utilizzati per due progetti che purtroppo non hanno mai visto la luce: Granny Smith e Jonathan. Se del primo si sa poco o nulla, il secondo era un progetto molto ambizioso di computer modulare, erede dell’Apple II e alternativo al Macintosh, di cui tra il 1984 e il 1985 vennero realizzate prove di design industriale.

Un altro nome in codice che si rifà a una varietà di mela è uno dei tanti assegnati all’Apple IIGS, ultimo e più avanzato modello della linea Apple II. Il IIGS è noto con il nomignolo Phoenix, perché il progetto venne annullato e poi resuscitato, Rambo perché i designer dovettero combattere per avere l’approvazione dei dirigenti ma anche come Cortland, come la mela omonima, nota per la sua buccia di colore rosso intenso e la polpa chiara e croccante.

Negli anni Novanta va ricordato il terzo utilizzo di Pippin, nella variante piccola e aspra della Newtown Pippin. In questo caso Pippin venne adottato come nome ufficiale di una sfortunata console per giochi e per titoli multimediali basata su tecnologia Macintosh.

La Pippin è probabilmente l’ultimo prodotto di Apple a rifarsi a cultivar di mele. Alcuni anni più tardi, però il nome di una varietà è stato utilizzato per un’iniziativa squisitamente economica.
Nell’autunno del 2005, forte dei proventi dell’iPod, Apple ha creato una società addetta alla gestione delle sue finanze. Il suo nome è Braeburn, preso in prestito da un tipo di mela nata in Nuova Zelanda. Il sapore della Braeburn è un mix di dolce ed aspro e la varietà è nota per la sua capacità di sapersi ben mantenere se adeguatamente riposta, più o meno quello che Apple voleva dai suoi sempre più ingenti capitali.

Immagine tratta da Wikipedia, scattata da Brian Arthur e resa disponibile con licenza CC BY 3.0.

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