Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Linux su Mac (1): come, quando e perche’

(continua dall’introduzione)

E’ opinione comune che sino al rilascio di Mac OS X i computer Macintosh e UNIX fossero due universi separati e senza punti di contatto.

Se è vero che la filosofia del sistema operativo di Apple è stata per circa 15 anni agli antipodi e tuttora mantiene molte scelte, obiettivi e principi opposti, se si indaga meglio si scopre che la storia del computer “for the rest us” si è più volte intrecciata con quella di sistemi operativi di tipo UNIX. Questa storia, poco nota ai più, annovera non solo software e strumenti vari ma almeno due versioni di Unix tout court (l’A/UX prodotto da Apple stessa e l’AIX adattato da IBM), le “aggiunte” della Tenon Intersystems, numerose proposte targate *BSD e, sopratutto, ci mostra una disponibiltà di OS di tipo GNU/Linux che, seppur timidamente, parte sin dalla seconda metà degli anni ’90.

Ma qual’è il motivo che ha spinto vecchi possessori di computer Apple (e incoraggiato nuovi utenti), ad usare un sistema operativo di tipo GNU/Linux invece di una consolidata e riuscita combinazione di hardware e software tutta targata Cupertino?

Pinguino e Apple su FlickrI motivi possono essere molteplici.

Le prime ragioni, prevedibili, sono legate alla curiosità ed alla voglia di indagare ed apprendere un nuovo ambiente operativo, che nell’ultimo decennio ha guadagnato sempre più terreno a livello mondiale. Gli utenti Macintosh possono tuffarsi nel mondo Linux e in quello Unix in generale con un investimento economico minimo, facendo girare una distribuzione sull’hardware che hanno già.

D’altro canto è vero che con l’avvento di Mac OS X le ragioni per usare Linux sono diminuite: gli smanettoni *nix in erba e non hanno l’imbarazzo della scelta grazie alla base BSD, all’implementazione di un server X-Windows e ai sistemi di porting come Fink e darwinports (ora MacPorts.

E’ poi innegabile che non tutti i Mac all’epoca dell’introduzione ufficiale di Mac OS X erano pienamente compatibili nè adatti: il sistema richiedeva e richiede tutt’ora risorse non indifferenti. In alcuni casi, perciò, Linux può rappresentare una scelta valida come sistema operativo produttivo, supportato e aggiornabile. Altro motivo per adottare Linux su Macintosh può essere quello di uniformare l’uso in situazioni di hardware misto come in aziende, centri di ricerca o scuole.

E ancora: le macchine Apple, nonostante le eterne polemiche relative ai prezzi “alti”, godono in generale di buona fama in quanto a qualità dei componenti, della realizzazione, dell’integrazione e del design.

Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del decennio successivo sono stati molti gli utenti provenienti dal mondo x86 che hanno optato per un portatile Apple G3 o G4, approfittando di caratteristiche come dimensioni compatte, una lunga durata della batteria, l’adozione diffusa del protocollo wireless ed in generale dotazioni che non fanno rimpiangere troppo le macchine desktop. Questo anche grazie alla presenza nei Macintosh, sin dal 1994, di CPU di tipo RISC, che fino all’avvento dei G5, consumavano e scaldavano poco e che avevano il fascino addizionale -da non trascurare- di essere accomunati ad un’architettura di processori con un lungo e glorioso passato in ambito Unix (Digital, Sun, HP, IBM).

(continua nella seconda parte)

4 Comments
  1. Michael

    Utente linux da 5 anni, Mac da poco piu’ di 3 mesi (con 3 settimane di assistenza, grrr :D)

    Mi interessa questa analisi, aspetto il seguito :)
    Dal primo post siete di diritto,col vostro feed RSS, nel mio Google Reader ^_^

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