Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Mac mini: dal 2005 al 2009


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L’aggiornamento del giugno 2010 rappresenta il primo cambiamento del design del Mac mini dalla sua comparsa sul mercato.

Il Mac rivolto agli “switcher” ha infatti mantenuto l’aspetto originario per più di cinque anni, attraversando evoluzioni hardware piccole e grandi tra cui il passaggio a processori Intel.

Mac miniEcco le tappe salienti dalla sua prima comparsa alla fine del 2009.

Il Mac mini venne presentato l’11 gennaio 2005 al Macworld ed era la risposta di Apple alle tante richieste di un Macintosh economico ed era esplicitamente rivolto agli “switcher”, gli utenti provenienti dal mondo Windows, complice il successo dell’iPod (che proprio nel 2005 ebbe la sua esplosione di popolarità).
Aveva un processore PowerPC G4 a 1,25 o 1,42 GHz, 256MB di memoria espandibile a 1GB, dischi fissi Ultra ATA da 40 o 80 GB a 4200 giri/minuto e una scheda grafica ATI Radeon 9200 con 32 MB di memoria video. Apple lo proponeva in Italia a partire da 499 Euro.

Nel luglio del 2005 Apple ritoccò la configurazione aumentando la memoria standard del mini a 512 MB, integrò Bluetooth e WiFi (che prima erano opzionali) e rimosse dalle configurazioni di punta il modem 56k. Il prezzo di partenza in Italia salì però a 539 Euro.

Verso la fine di settembre ci fu il terzo e ultimo aggiornamento dei modelli con processore PowerPC. Venne effettuato in forma discreta, senza comunicati e senza variazioni di prezzo. Alla clientela vennero consegnati sempre più frequentemente Mac mini con specifiche leggermente superiori a quelle dichiarate: processori a 1,3 o 1,5 Ghz, dischi fissi a 5400 giri/minuto e nei modelli superiori la RAM video della Radeon 9200 era di 64 MB.

Nel febbraio del 2006 Apple annunciò il passaggio del mini alle Cpu di Intel montando il (criticato) Core Solo da 1,5 Ghz sul modello base e il Core Duo da 1,66 GHz su quello di punta e adottando una scheda video integrata, la GMA950 di Intel. La RAM divenne DDR2 e gli slot furono raddoppiati, permettendo l’espansione a 4 GB. Le porte USB che passarono a 4, i dischi divennero Serial ATA da 60/80 GB, la Ethernet una Gigabit e comparve un ingresso audio. Venne però confermata la rimozione del modem e soprattutto Apple si allontanò ulteriormente dai suoi primi aggressivi prezzi proponendo il modello base a 659 Euro.

Nel settembre 2006 sparì il Core Solo e i processori del Mac mini divennero Intel Core Duo a 1,66 e 1,83 GHz mentre il resto rimase immutato. Oltreoceano il prezzo rimase invariato ma in Italia scese leggermente, da 659 a 619 Euro (e da 879 a 799 Euro per il top di gamma).

Nell’agosto 2007, quando molti lo davano ormai per morto, Apple confermò e potenziò leggermente il Mac mini. I processori divennero Intel Core 2 Duo, quindi a 64 bit, con frequenze da 1,83 a 2,0 GHz e salì sia la capienza dei dischi che la RAM di base (a 1 GB). Tutto il resto rimase invece immutato quasi tutto il resto tra cui la scheda grafica e la presenza nel modello base dell’unità ottica “Combo”.

Dopo una pausa ancora più lunga, nel marzo 2009, Apple aggiornò la sua linea “desktop consumer” in cui era incluso il mini.
La velocità delle Cpu Intel Core 2 Duo salì 2GHz e la memoria divenne Ddr3 a partire da un minimo di 1GB. Sparirono l’unità ottica “Combo” e la scheda video integrata di Intel venne sostituita con la GeForce 9400M di Nvidia. Aumentò la capienza dei dischi e anche il numero delle porte USB, a cinque. In quanto ai prezzi Apple Italia mise a 599 Euro il modello base.

Nell’ottobre 2009 ci fu un nuovo aggiornamento e la prima variazione del case. Il Mac mini venne dotato di Cpu Intel Core 2 Duo a partire da 2,26 sino a 2,66GHz, un minimo di 2 GB di RAM, e venne proposto in una in un’inedita versione “server”. Questo modello, fornito con Mac OS X Snow Leopard Server, era privo dell’unità ottica (e aveva quindi un frontale diverso) e conteneva due dischi fissi da 500GB a 7200 giri/minuto.

Immagine tratta da www.mytech.it

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