Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

MacPaint

All’inizio del 1983 Bill Atkinson, terminato di lavorare sull’Apple Lisa, poté finalmente dedicarsi a tempo pieno allo sviluppo del Macintosh. Durante l’ideazione delle librerie grafiche del Lisa, poi adattate anche per il Mac con il nome di QuickDraw, Atkinson aveva creato un programma in cui poteva usare il mouse per disegnare sullo schermo usando vari tipi di pennelli e motivi grafici, così da poter testare e mostrare le nuove funzioni e i progressi fatti.

Copertina del manuale italiano di MacPaintL’anno precedente era stato deciso che il “Computer for the rest of us” sarebbe stato venduto insieme a due applicativi, uno di videoscrittura e uno di disegno, che dimostrassero le sue straordinarie capacità, la sua facilità d’uso e il suo potenziale produttivo.

Originariamente Steve Jobs spinse per un programma di disegno tecnico, non dissimile da quello fornito con il Lisa, ma Atkinson decise che sarebbe stato uno strumento troppo complesso per l’utente e che era meglio fornire qualcosa di semplice, elegante e divertente da usare.

Atkinson ideò un’interfaccia composta da palette da cui selezionare motivi e linee, e una tavolozza strumenti per disegnare, aggiungere testo, forme geometriche, selezionare e spostarsi agilmente nel documento.
Il risultato dei suoi sforzi, pronto nell’ottobre del 1983, venne chiamato MacPaint ed ebbe un ruolo importantissimo nel pubblicizzare il Mac e nell’ispirare gli sviluppatori terzi di software di grafica.

Interfaccia di MacPaint con illustrazione di Susan Kare

MacPaint venne usato dalla designer Susan Kare per produrre varie illustrazioni, tra cui la ormai celebre copia di un’incisione di una donna giapponese in abito tradizionale, che divennero parte integrante del materiale promozionale del Mac e nel rendere immediatamente chiare le capacità della nuova piattaforma di Apple.

Contemporaneamente, invenzioni come lo strumento di riempimento a forma di secchiello, il lazo per selezioni automatiche, la possibilità di zoomare e vedere i singoli pixel per lavorare con estrema precisione o il mostrare le aree selezionate circondate da contorni tratteggiati e animati, tutte novità di MacPaint, divennero convenzioni de facto per l’interfaccia di tantissimi software che seguirono, tra cui Adobe Photoshop.

Inizialmente distribuito in forma gratuita insieme a ogni Mac, a partire dal 1987 MacPaint, insieme a MacWrite, venne passato alla sussidiaria Claris che ne curò la commercializzazione sino al 1998, quando venne ritirato dal mercato.

Nel 2004, per il ventennale del lancio del mac, il codice sorgente della versione 1.3 di MacPaint e quello delle librerie QuickDraw sono stati donati da Apple al Computer History Museum di Mountain View, in California, e resi scaricabili dall’indirizzo www.computerhistory.org/atchm/macpaint-and-quickdraw-source-code/

Nota: la foto della copertina del manuale italiano di MacPaint – tratto dall’archivio di Storie di Apple – è di Serena Di Virgilio. La schermata di MacPaint è “Courtesy of Apple”.

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