Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Ritratto di famiglia con iPod

Apple iPod team

Una foto, cinque personaggi, un prodotto.
Si potrebbe sottotitolare così questo bello scatto che testimonia un momento ed un team particolare della storia di Apple e dell’iPod.

Sì, perché le figure ritratte sono quelle fondamentali per la nascita ed il successo del walkman digitale “designed in California” le cui sagome (e quelle dei suoi accessori) tralaltro si scorgono sul tavolo, in particolare nella versione ad alta risoluzione dell’immagine.

Partendo dalla nostra destra, la “famiglia” che ha dato i natali all’iPod include il gioviale Phil Schiller, il cui titolo ufficiale da anni è “Senior Vice President of Worldwide Product Marketing” ma che è sostanzialmente il braccio destro di Steve Jobs, che vediamo in piedi, sorridente (ne ha ben donde) al suo fianco.

Al centro, a braccia conserte troviamo Jonathan Ive, anche lui un Senior Vice President per l’Industrial Design. Responsabile capo e figura creativa principe dell’IDG (Industrial Design Group) di Apple, è a Ive ed ai suoi colleghi e collaboratori (nomi come Daniele De Iuliis, Danny Coster, Bart Andre, Doug Satzger, Chris Stringer) che dobbiamo le forme raffinate e al tempo stesso rivoluzionarie dell’iMac originale, del Powerbook G3 e G4, del G4 Cube, dell’iMac G4 a lampada e naturalmente dell’iPod.

Soffermiamoci infine sulle due figure sulla sinistra, sicuramente le meno note del gruppo ma non per questo le meno importanti, anzi. L’uomo con gli occhiali dall’espressione arcigna è Jon Rubinstein, ex progettista dei computer di NeXT, passato nel 2004 dal ruolo di Senior Vice President dell’Hardware Engineering a quello della neonata iPod Division e secondo molti in buona parte artefice per il versante hardware della riuscita dell’iPod.

Rubinstein ha lasciato da un po’ di tempo Infinite Loop venendo sostituito proprio dall’uomo alla sua sinistra, Tony Fadell. Con trascorsi presso Philips e prima ancora in General Magic, iniziativa per la creazione di una piattaforma palmare finanziata da Apple, Fadell nel 2000 cercò, senza riuscirci, di convincere Real Networks a realizzare un lettore digitale di musica basato su un disco fisso. Sei mesi dopo bussò alle porte di Apple dove nel 2001 ebbe l’incarico di progettare l’iPod e di ideare la strategia audio della mela mordicchiata. Alla luce di questo è comprensibile che sia non solo ritenuto la chiave di volta delle recenti (ed enormi) fortune di Apple e si sia fatto più volte il suo nome quando parlando di un erede al titolo di Jobs. Verso la fine del 2008 anche Fadell, come Rubinstein, ha dato forfait, abbandonando la prestigiosa posizione a capo della iPod Division e rimanendo come “consigliere” di Jobs mentre l’azienda elabora una strategia “mobile” che punta sempre di più verso l’iPhone e l’iPod touch.

Se sul dove sia stata fatta la foto non ci sono molti dati utili, dall’aspetto forse un laboratorio di prototipazione, ma possiamo però azzardare qualcosa sul quando.
Gli oggetti che si intravedono sul tavolo e la presenza di Rubinstein e di Fadell ci aiutano se non proprio a fissare con precisione quantomeno a provare a circoscrivere il periodo.

Rubinstein è stato a capo dell’iPod Division dal giugno del 2004 ala fine di marzo del 2006 e se quello in una confezione semitrasparente vicino a Schiller è un iPod Nano, come pare anche dalla presenza più in là dalle custodie a fascia, il lasso di tempo si riduce alle due brevi ma sicuramente intense stagioni intercorse tra il lancio del Nano, nel settembre 2005 e l’abbandono di Rubinstein nella primavera 2006.

Immagine tratta da www.melablog.it e da realbum.cafe24.com

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