Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Star Trek: la strada non intrapresa

Nel febbraio del 1992 il colosso del networking Novell approcciò Apple con un’idea inattesa ed ardita: tentare il porting del sistema operativo dei Macintosh su processori Intel.

L’idea piacque all’amministratore delegato John Sculley e le due aziende iniziarono in maniera molto discreta la collaborazione sul progetto, a cui venne dato il nome “Star Trek” perché, come la nave spaziale nell’omonima serie televisiva, ci si sarebbe “coraggiosamente spinti dove nessun Mac era stato prima”: la piattaforma x86.

La leggenda vuole che quando Bill Gates venne a conoscenza del progetto, lui che qualche anno prima aveva spinto per un accordo di licenza, abbia bollato l’operazione come “mettere del rossetto ad una gallina”. Entrambe le aziende erano però estremamente interessate alla fattibilità dell’accopiata Mac OS/Intel: Apple perché era ormai agli sgoccioli con la linea di CPU 68k di Motorola e voleva indagare a fondo tutte le varie possibilità. Novell invece voleva fornire un’alternativa al Windows di Microsoft sposando il suo DR-DOS con un’interfaccia grafica, e preferiva avere Apple come alleato piuttosto che come avversario in tribunale dopo averne infranto -volontariamente o meno- qualche brevetto.

Dal punto di vista pratico il 17 luglio 1992 venne assemblato un gruppo di 18 sviluppatori (14 di Apple e 4 di Novell) in un ufficio di Novell a Santa Clara proprio di fronte ai quartieri generali di Intel, il cui amministratore delegato dell’epoca, Andy Grove, aveva garantito il suo appoggio a Sculley.
A ogni sviluppatore venne dato un Mac e un clone PC con processore 80486 e soprattutto venne promesso un premio tra i 16000 e 25000 dollari se avessero terminato l’opera di porting entro la fine di ottobre.

Due mesi e mezzo dopo gli sviluppatori erano in vacanza in Messico a rilassarsi: lavorando durissimo e senza alcuna supervisione, ricorda il programmatore Fred Monroe, erano riusciti non solo a far funzionare sui PC il Finder del System 7 ma anche QuickTime e parte delle librerie QuickDraw GX nonché la rituale schermata di avvio “Welcome to Macintosh”.

Per quanto possa sembrare strano la prima realizzazione pratica risultò la parte più facile. Nel dicembre 1992 il responsabile Chris DeRossi e Roger Heinen, vice presidente Apple del software engineering, mostrarono il prototipo funzionante ad una dirigenza che, stupefatta, diede l’ok per proseguire ma più avanti decise archiviare Star Trek più esattamnete nel giugno 1993.

A chi si chieda “perché?” possiamo dare varie risposte, frutto perlopiù di ipotesi più o meno informate.
Secondo Amit Singh si trattò di una combinazione di ragioni: Apple pendeva fortemente verso la scelta dei processori PowerPC e un Mac OS (antelitteram) su PC avrebbe danneggiato i piani futuri e presenti nonché l’avrebbe costretta ad una lenta e costosa conversione forzata di tutto il parco software.
Ai pareri contrari dall’interno si aggiunsero poi anche quelli esterni con un feedback tiepido da parte dei produttori hardware.
Owen Linzmayer in “Apple Confidential” conferma quest’ultimo dettaglio raccontando di come Mark Gonzales, responsabile del marketing del progetto Star Trek, abbia fatto il giro delle aziende produttrici di cloni PC e abbia trovato sì interesse ma si sia anche scontrato con un accordo-capestro con Microsoft (poi incluso nelle accuse per presunto monopolio) che intascava una quota sul venduto che Windows (3.1 all’epoca) venisse installato o meno.

Ancora più deleteria fu probabilmente il mancato supporto da parte di Apple stessa: i due sostenitori principali di Star Trek erano, a livelli diversi, Heinen e Sculley. All’inizio del 1993 però Heinen rassegnò le dimissioni per unirsi a Microsoft e Sculley fu messo sotto pressione per i pessimi risultati generali e rimpiazzato dall’astro in crescita di Michael Spindler. Fu proprio quest’ultimo che nel corso di una riduzione drastica dei progetti in corso e del budget loro destinato, decise che non c’erano soldi e tempo a sufficienza per un’iniziativa che sarebbe durata almeno un altro anno e mezzo, avrebbe avuto un costo di venti milioni di dollari e aveva ancora tanti punti oscuri.

Immagini tratte da hp.com e wikipedia.org

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