Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Storie di NeXT in Italia

L’accordo della fine del 1996 con Apple riportò alla ribalta Jobs e la sua seconda azienda puntando i riflettori sul know-how e sui suoi innovativi sistema operativo e tecnologia di sviluppo web.

Jobs propone NeXTC’era però chi conosceva ed aveva avuto a che fare con NeXT parecchi anni prima, anche nel nostro paese ed è a un paio di utenti ed appassionati che lasciamo la parola per indagare quale fosse la situazione e penetrazione del black hardware di Jobs e del suo sistema operativo in Italia negli anni ’90.

Uno è il già citato Luciano Dadda, ora collezionista ed esperto di NeXT a cui si è avvicinato per motivi “prettamente professionali”: “lo studio per il quale andai a lavorare ne utilizzava quattro (due slab mono e due slab a colori), con una stampante NeXT ed uno scanner scsi nero.” Lucio aggiunche che “all’epoca arrivo’ il pimo PPC Apple, il 6100/60” che “semplicemente non reggeva il confronto, i NeXT erano molto piu’ produttivi (solidi, mai un blocco HW o SW).”

La solidità delle macchine NeXT è testimoniata anche da un Cube ritirato di recente da una tipografia che, “attaccato ad una Roland 5 cilindri (una macchina da stampa da qualche tonnellata, lunga una decina di metri) aveva un uptime di 10 anni, senza mai un riavvio o uno spegnimento.” Per fortuna, visto che pare che “l’unico che sapesse usarlo si era licenziato anni prima…”.

In quanto alla penetrazione e al mercato nel nordest c’erano tre rivenditori: a Vicenza, Padova e Trento ma “l’immagine potrebbe dirsi pressoché inesistente” con “pubblicità zero.”
Se il primo non sembra aver mai avuto una macchina esposta “il rivenditore padovano era la punta di diamante” e “sostiene di aver venduto il 65% del black hardware circolante nel nord Italia”, una cifra che sulla carta non supera la “quarantina di macchine”.

Un altro veterano di Apple e di NeXT è Paolo Manna che conferma la diffusione limitata al nord e nordest con un distributore che era una costola della Delta di Varese ma che durò solo qualche mese.
Tra gli utenti abbiamo “un’azienda di Padova [che] usava i NeXT come terminali avanzati per installazioni professionali di Unix” e “molti studi di architettura […] perchè forniva già da allora, con la version 3, librerie di visualizzazione 3D”. Ma la potenza non è tutto e un aneddoto dell’epoca riferisce di un architetto “che non aveva neanche voluto sapere cosa c’era dentro, l’aveva preso perché lo affascinava il design!”

Paolo aveva frequentato nel 1991 “il primo (e forse unico) corso di programmazione NEXTSTEP in Italia”, per poi vedere impolverarsi la sua NeXTStation “per mancanza di sbocchi commerciali” anche se con due soci avevano realizzato “software specializzato per collegare applicazioni grafiche ‘standard’ (normalmente Illustrator e FreeHand) a plotter e macchine utensili”.
Con questa soluzione fecero una fugace apparizione ad uno SMAU dimostrando “la facilità di stampare documenti PostScript su una periferica” grazie a NeXT, e seppure non concorrenziale con Autocad “vendette bene” ma “2/3 del fatturato venivano dall’estero.”

2 Comments
  1. Astarte

    Io con il cubastro nero ci ho giocato per un paio di giornate… In un Apple Centre di Roma presero questa macchina per vedere un po’ se ci poteva essere mercato, all’epoca (ma non riesco a ricordare il periodo, poteva essere tra il ’91 e il ’92, forse) collaboravo con loro e la cosa che mi sorprese fu la possibilità di lavorare in modalità “anteprima” con Illustrator (essendo un grafico era per me molto importante). Su Mac, in quel periodo, si lavorava con Illustrator nella modalità “disegno”, ovvero visualizzando solo i vettori senza descrizione grafica. In pratica si disegnava “al buio”, poi ogni tanto si passava all’altra modalità (ancora oggi sono presenti entrambe e a volte si usa la modalità “disegno” per i particolari o per alcune verifiche dei tracciati) per vedere se quello che era stato fatto fosse giusto o meno. Lavorare in diretta sull’immagine a colori mi sbalordì, oltre alla velocità del tutto rispetto ai Mac contemporanei (non parliamo di PPC, credo che all’epoca il massimo fosse l’FX o forse erano arrivati i primi 68040, i Quadra, per intenderci)

  2. Ricordiamo che sul “cubastro nero” e’ nato il WWW!

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