Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

“The Perfect Thing”

“The Perfect Thing: How the iPod Shuffles Commerce, Culture, and Coolness”
Autore: Steven Levy
Editore: Simon & Schuster
Altre informazioni: 304 pp
Lingua: inglese
Disponibile in versione cartacea su Amazon, formato digitale
per Kindle e per i dispositivi Apple su su iBooks Store.

Il libro è stato tradotto (con qualche incertezza) anche in italiano e pubblicato da Sperling & Kupfer solo in versione cartacea come “Semplicemente perfetto”.

The Perfect Thing: How the iPod Shuffles Commerce, Culture, and Coolness Il nome di Steven Levy dovrebbe essere familiare agli appassionati di Apple oltre che a quelli di informatica. Suo è il memorabile “Insanely Great” e con questo libro del 2007 ha affrontato un altro, più recente mito targato Apple, quello dell’iPod.

In “The Perfect Thing”, Levy ricostruisce la genesi dell’iPod dalla progettazione fatta in gran segreto alla trasformazione del lettore in un fenomeno culturale e commerciale di massa.

Particolarmente affascinante è l’attenzione prestata ai “padri dell’iPod” ed in generale all’evoluzione della tecnologia degli mp3 player e della musica digital online. Abbiamo così una ricostruzione del ruolo di Tony Fadell e Jon Rubinstein, dell’acquisizione di Sound Jam e la trasformazione in iTunes ma anche informazioni storiche sui primi walkman digitali come il Diamond Rio e chiacchierate con pionieri come Michael Robertson.

Il libro scorre ed è discretamente avvincente, costellato di curiosità e retroscena, risultando leggibile sia tutto d’un fiato che per capitoli. Levy inoltre prova ad andare al di là della mera storia dell’iPod, soffermandosi sulla funzione pseudo-casuale Shuffle o sul rapporto personale degli utenti con l’iPod. Purtroppo il risultato non è dei migliori e invece di arricchire il quadro queste parti risultano delle simpatiche ma tutto sommato superflue divagazioni in un libro per il resto di buon livello.

1 Comment
  1. Non potrei essere più daccordo. In più ho notato una cosa curiosa: i testi statunitensi in campo iPod tendono sempre a dare grossa enfasi alla funzione shuffle. Forse a noi è sfuggita questa sfumatura, o l’importanza (!) che può aver avuto da quelle parti…

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