Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Toy Box

Tra gli innumerevoli progetti e ricerche nati in seno ad Apple e spesso scomparsi nel nulla c’è n’è uno sulla realtà virtuale che risponde al nome in codice “Toy Box”.

Toy BoxIl responsabile in capo era Gina Venolia che ha lavorato per ben quindici anni a Cupertino curando prodotti che vanno dal LisaTerminal alle API di GameSprockets passando per l’accellerazione del mouse e QuickDraw 3D. Venolia, come parecchi altri colleghi, è infine passata a lavorare per Microsoft dove ricopre il ruolo di ricercatrice.

Di Toy Box è rimasta traccia grazie ad una t-shirt commemorativa realizzata con tecnica semiartigianale, un po’ come Toy Box stesso, e in soli sei esemplari, tre per gli sviluppatori e tre per i diretti superiori.

Maggiori informazioni vengono da Jack Palevich, uno degli sviluppatori coinvolti:

Toy Box era un progetto di realtà virtuale dell’Apple Advanced Technology Group capitanato da Gina Venolia che venne mostrato alla conferenza CHI a Seattle nel 1991 [in realtà era nel 1990, ndr] .
Toy Box era composto da quattro Macintosh messi in rete, ognuno dotato di uno schermo stereoscopico e di un mouse 3D. Tutti e quattro gli utenti potevano interagire all’interno dello stesso mondo tridimensionale: si potevano creare cubi, impilarli, rubarseli a vicenda, giocare a tiro alla fune e così via.
Era davvero notevole, soprattutto considerato l’hardware relativamente semplice su cui girava.
Io ho scritto una parte del codice di networking Apple Talk ma Gina realizzò il 95% della demo, dall’ideazione allo scrivere il software, le librerie grafiche e le routine 3D per l’interfaccia e tutto il resto.

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