Storie vecchie e nuove della mela di Cupertino, a cura di Nicola D’Agostino

Unitron: quando il Brasile copiava Apple

Il Brasile pare essere un elemento chiave per la crescita commerciale di Apple nei prossimi anni. L’azienda californiana ha da poco aperto il suo iTunes Store anche ai consumatori brasiliani e soprattutto la Foxconn, produttore cinese di elettronica, ha costruito nel paese fabbriche per sfornare tanti iPhone e iPad, con il benestare del governo che ha varato leggi e incentivi. Ma trent’anni fa la situazione era molto diversa e il paese sudamericano era un mercato sostanzialmente precluso ad Apple in cui venivano progettati e venduti cloni dei computer con la mela mordicchiata.

Dalla fine degli anni Settanta sino ai primi anni Novanta, il settore tecnologico brasiliano fu regolato da una politica governativa protezionista molto severa. Questa permetteva solo ad aziende brasiliane di costruire e mettere in commercio micro e personal computer. Il risultato fu la produzione di cloni di varie marche: Tandy, Sinclair e ovviamente anche Apple. Il che ci porta alla Unitron Electrõnica, un’azienda di São Paulo specializzata in copie dei computer di Infinite Loop che nel 1982 produsse due cloni dell’Apple II, Unitron APII e Unitron U-2200, e nel 1985 presentò un clone del “Fat Mac”, chiamato Mac512.

logo Unitron

Il piano originario prevedeva di ottenere una licenza da Apple attraverso una joint-venture, ma l’accordo sfumò perché Apple voleva quote di maggioranza, opzione vietata dalle politiche locali. La Unitron quindi proseguì da sola e realizzò un computer sostanzialmente identico al Macintosh 512k, sia come aspetto (case e tastiera erano identici, fatta eccezione per i tasti scuri) che nel funzionamento, con la stessa componentistica e una ROM di sistema apparentemente frutto di ingegnerizzazione inversa di quella originale. Si trattava di uno sforzo tecnologico notevole per una piccola ditta di meno di cento persone, ma non improbabile se si considera che qualche anno dopo, nel 1990, la statunitense ARDI avrebbe rilasciato Executor, un emulatore software Macintosh che non conteneva nemmeno una riga di codice copiato.

Il Mac512 della Unitron finì però nel mirino di Apple, che era venuta in possesso di alcuni prototipi hardware iniziali, pare utilizzati per test di compatibilità, in cui faceva bella mostra di sé la ROM originale del Macintosh. L’azienda californiana esercitò notevoli pressioni attraverso canali governativi statunitensi che a loro volta minacciarono di boicottare le importazioni di succo di frutta e scarpe dal paese sudamericano. Il risultato fu che l’organo brasiliano preposto all’informatica annullò il finanziamento che la Unitron aveva chiesto alla banca nazionale, mettendola finanziariamente in ginocchio e costringendola ad arrestare la produzione del Mac512, di cui erano stati già realizzati oltre cinquecento esemplari.

Nota: il logo della Unitron qui pubblicato è una ricostruzione di quello sul retro dei primi modelli di Mac512.

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