Linux e Mac (6): qualche considerazione finale

(continua dalla quinta parte)

La disamina della storia di Linux su hardware Apple pre-Intel termina ufficialmente con il 2005.
Questo non vuol dire che i rapporti tra il sistema operativo del pinguino e l’hardware RISC made in Cupertino vengano improvvisamente recisi: per i possessori di quest’ultimo restano varie opzioni tra cui la citata Yellow Dog e altre distribuzioni note (Debian, GenToo) o meno note.

Citiamo invece alcune caratteristiche e peculiariatà di Linux su Mac.

Una è la coesistenza sulla stessa macchina grazie al sistema di macchina virtuale “Mac-On-Linux” (MOL) che permette di far girare il Mac OS a velocità native o quasi, tralaltro anche su computer con processori PPC ma non di Apple (come alcuni Amiga recenti).

L’altro aspetto è la situazione di “cittadini di secondo rango” degli utenti Apple nei confronti di Linux. Da un lato le colpe vanno all’azienda di Cupertino che non ha voluto cooperare e non ha mai rilasciato tutte le specifiche con il risultato che molti modelli di Macintosh sono ancora ‘monchi’ sotto Linux. Dall’altro un difetto storico è che la scelta di software già compilato è stata più ridotta e che agli utenti è spesso toccato scaricare e compilare i sorgenti di ciò che li interessava. In altri casi particolari o per pacchetti solo binari- purtroppo il gap con i Linux su piattaforma x86 è rimasto e si è fatto sentire e non ha contribuito a invogliare a saggiare o usare una fetta dell’utenza del Mac OS, rispetto alla cui estrema cura e facilità d’uso il Pinguino non ha mai competuto ad armi pari.

(Fine)

Immagine tratta da www.maconlinux.org